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calorie sulla bilancia pesapersone

Quando le calorie si contano sulla bilancia pesapersone

Croce e delizia di ognuno di noi, la bilancia pesapersone può diventare un vero nemico da dover debellare o può diventare un alleato importante, tutto sta nell’approccio con questo apparecchio e con il regime alimentare che è stato raccomandato di seguire. Il rapporto con la bilancia, infatti, non è sempre buono tanto che alcuni cercano di farne a meno, eppure la bilancia pesapersone è importante per pesare il grado di salute del nostro organismo.

Perché usare una bilancia?

Che si sia a dieta, o si stia seguendo un particolare tipo di allenamento sportivo, ciò che il medico raccomanda sempre è di pesarsi ogni settimana. Infatti, a differenza di quel che si può pensare, pesarsi tutti i giorni sulla bilancia può diventare stressante per questo si cerca di evitare di instaurare un rapporto conflittuale con la bilancia pesapersone, anche se può sembrare difficile. Quando si è sotto stretto regime alimentare, molti preferiscono non avere a che fare con la bilancia per non demoralizzarsi, eppure pesarsi sulla bilancia non è solo sinonimo di grasso e adipe ma anche di buona salute. La bilancia, in realtà, dovrebbe essere un apparecchio da usare a proprio favore sia che si debba scendere massa grassa che metter su massa magra e oggi, grazie ai diversi modelli e tipologie di bilancia pesapersone che esistono, è possibile sapere immediatamente se si è in salute oppure no.

Per esempio, le bilance elettroniche sono in grado di calcolare subito quale sia la composizione del proprio corpo in termini di massa magra e massa grassa e stabilire quale debba essere secondo l’età e il peso della persona, per questo oggi è possibile stabilire un rapporto equilibrato con la bilancia e non più conflittuale. Proprio perché le bilance sono diventate così sofisticate, è bene capire quale tipo di apparecchio può essere più utile dato che non tutti saranno interessati ai calcoli che il mini computer presente in una bilancia elettronica può eseguire, magari c’è chi è più scettico su tali calcoli e preferisce affidarsi all’ago dei modelli classici, o chi galoppa l’onda della tecnologia e preferisce quelle che possono collegarsi con lo smartphone o al tablet. Vediamo quindi, quale:

Quando le bilance sono troppe

Ciò che non dovrebbe mai mancare in una bilancia pesapersone è la precisione, e la costanza della misurazione. Cosa significa? Che se una bilancia è buona indica sempre lo stesso peso se non ci sono cambiamenti effettivi. Le bilance elettroniche, oltre al peso, riescono a calcolare anche l’indice di massa magra e di massa grassa e calcolano quello che dovrebbe essere il peso ideale a seconda dell’altezza. Oggi, quindi, una bilancia pesapersone non si riduce a mero mezzo per conoscere il proprio peso e agire di conseguenza, ma può rivelarsi utile per raggiungere un perfetto stato di benessere psico-fisico.

manicaretti con impastatrice

Come preparare manicaretti con impastatrice planetaria

Quando si è appassionati di cucina, si sa che la migliore alleata delle proprie ricette è l’impastatrice planetaria. Tra tutti gli elettrodomestici che rientrano nei must have di una brava cuoca, l’impastatrice è uno di quelli che non dovrebbe mancare mai perché risulta utile sia per impastare pasta per pizza o per pasta che per creare dolci manicaretti.

Come funziona impastatrice planetaria?

L’impastatrice è uno di quegli elettrodomestici che non manca mai in una cucina che si rispetti perché date le sue funzioni, è possibile impiegarla per preparare diverse pietanze sia salate che dolci: grazie all’utilizzo dell impastatrice, infatti, si possono preparare ogni sorta di piatti, dalla pasta fatta in casa alla pizza napoletana alle torte e alle ciambelle, e tutto in modo semplice e veloce, dato a fare tutto il lavoro più faticoso facendo risparmiare tempo prezioso è l’elettrodomestico; impastatrice è detta planetaria perché il lavoro delle sue fruste ricorda proprio il movimento dei pianeti: le tre fruste di cui è dotata, infatti, sono capaci di raggiungere ogni parte della ciotola e permettono con il loro movimento di ottenere in breve tempo un impasto liscio e omogeneo.

L’impastatrice planetaria, quindi, gioca sul lavoro di una frusta a foglia, che serve per mescolare bene gli ingredienti, una a filo che è l’ideale da usare per sbattere le uova, montare la panna o frullare le creme, e la frusta a gancio, che serve per lavorare gli impasti con lieviti. Così fornito, l’apparecchio consente di ottenere qualsiasi tipo di pasta assicurando un risultato finale degno di un vero chef. Le tre fruste lavorano eseguendo un movimento rotatorio con cui sono in grado di raccogliere tutto l’impasto, lavorarlo in modo omogeneo e renderlo pronto per utilizzarlo.

Quale tipo di planetaria scegliere?

Oggi esistono diversi modelli di impastatrici planetarie, per cui se si è indecisi su quale sistemare nella propria cucina bisogna capire quale può corrispondere maggiormente alle proprie esigenze culinarie, e quindi ammettere che tipo di cuoca si è. Per esempio, se piace di più dilettarsi negli impasti per torte, quiche, pan di spagna, o nella creazione di creme, panna cotta o budini, e quindi si è maggiormente propensi a cucinare dolci, la planetaria potrebbe essere anche sostituita da un paio di semplici fruste, elettriche o manuali, dato che si tratta di pietanze che non richiedono sempre un lavoro di impasto peculiare.

Se invece non si preferisce lavorare solo ai dolci ma sperimentare un po’ di tutto, allora la planetaria può davvero rappresentare un’ottima alleata dato che si rivela da subito uno strumento molto versatile, capace di lavorare qualsiasi tipo di alimento, dal pane alla pasta alla pizza facendo risparmiare sulla pulizia di mestoli e pentole che si sarebbero usati.

ambiente e tecnologia

Ambiente e tecnologia: sarà possibile un futuro insieme?

Una crescita a misura di ambiente: questo sarebbe l’ideale per permettere a natura e tecnologia di potersi sviluppare di pari passo senza che l’una soverchi l’altra, ma com’è possibile in una società che a tutt’oggi dimostra di gravitare e di svilupparsi intorno alla tecnologia?

Come è cambiato l’ecosistema ambientale

In quest’ultimo decennio in particolar modo si è assistito a un avanzamento dei cambiamenti climatici e ambientali tali da sconvolgere il normale andamento delle stagioni e così l’ecosistema, per questo si dovrebbe cercare di trovare una giusta combinazione tra ambiente e tecnologia per ridurre gli impatti negativi delle tecnologie e per renderle piuttosto un supporto in aiuto della natura.

Inutile sottolineare come il riscaldamento globale e il futuro del pianeta siano sempre al centro dell’attenzione di eventi e contesti internazionali in cui i grandi della Terra si esprimono in merito alle azioni da farsi per non peggiorare la situazione: per esempio, le Nazioni Unite si sono riunite proprio per discutere degli effetti dei cambiamenti climatici e per fissare alcuni potenziali obiettivi e accordi per l’anno in corso. Per prendere decisioni sull’ambiente di sicura applicazione, sarebbe opportuno eleggere una sorta di commissione che ogni anno vari un rapporto che possa diventare vero e proprio manifesto di una economia del clima da poter applicare e far applicare ovunque sul pianeta.

La trasformazione delle aree urbane

L’instaurazione di una commissione sul clima rappresenterebbe uno dei tanti modi di rivedere il tema e non di continuare a rimandarlo, ma di affrontarlo anche sul fronte del futuro sviluppo e della futura crescita delle aree urbane, che entro il 2030 saranno popolate dal 60% degli abitanti, per questo il presente è il momento adatto per capire come riorganizzare gli stili di vita delle popolazioni. Per esempio, si potrebbe effettuare un restyling delle zone urbane in cui si deve usare l’auto per gli spostamenti quotidiani: in tal caso si dovrebbe sviluppare una politica di trasporti completamente nuova in cui i mezzi abbiano nuove regole, di orari e di percorsi, tali da permettere a chiunque di svolgere le proprie attività quotidiane scegliendo coscientemente di lasciare a casa l’auto e spostarsi su bus, metro e tram.

Ciò sarebbe possibile anche se venissero avanzate delle nuove leggi per lo sfruttamento del suolo: tutto ciò necessiterebbe di investimenti notevoli, ma le città almeno ne gioverebbero perché potrebbero svilupparsi secondo un piano regolatore e non secondo le esigenze dei singoli gruppi di abitanti. La città del futuro, in cui non bisognerebbe più prendere l’auto per spostarsi da un punto all’altro quindi, vorrebbe anche l’esistenza di edifici più connessi e di un trasporto pubblico di massa più coeso e compatto, il che porterebbe a un risparmio enorme. Se ci fosse un risparmio sul fronte trasporti, si potrebbero effettuare altrettanti investimenti in altri settori, magari ripristinando le terre abbandonate, compiendo passi avanti nell’uso delle energie rinnovabili o estirpando una volta per tutte la spesa sui combustibili fossili.

diabete e le cellule del pancreas

Diabete: le cellule beta del pancreas si ricreano in laboratorio

Una delle ricerche più significative dello scorso anno è quella che ha visto protagonista lo studio delle cellule beta del pancreas che alcuni ricercatori sono riusciti a ricreare in ambiente laboratoriale il che ha permesso loro di capire meglio il loro funzionamento nell’insorgere del diabete.

Che cos’è il diabete

Il pancreas è l’organo addetto a controllare il tasso di zuccheri nel sangue ovvero la glicemia. Quando il pancreas è in buono stato e funziona bene riesce a regolare la secrezione dell’insulina, ma quando le cellule beta del pancreas non funzionano come si deve allora il precario equilibrio viene interrotto e insorge il diabete. Il diabete conosciuto come di tipo I è una patologia autoimmunitaria in cui il sistema immunitario attacca le cellule beta che soccombono per cui il paziente affetto da diabete di tipo I finisce per non produrre più l’ormone dell’insulina.

Diversamente nel diabete di tipo II le cellule beta non muoiono ma restano nel pancreas pur funzionando male dato che non riescono più a produrre insulina a sufficienza. Proprio per questo diversi team di ricercatori hanno sempre tentato di riprodurre in ambiente laboratoriale queste cellule beta per cercare di comprenderne il funzionamento, ma senza successo fino a oggi almeno.

Come la ricerca potrebbe aiutare la guarigione

Lo scorso anno infatti attraverso una ricerca sui topi, è stato dimostrato che è possibile ottenere in laboratorio le cellule beta partendo da un frammento di pancreas umano prenatale impiantato in questi topi. Queste cellule sono state immesse nei topi e sono risultati funzionali per molto tempo, per questi risultati le cellule beta così ottenute sono state sperimentate anche nei primati per cui probabilmente non si è molto lontani dal momento in cui la sperimentazione diventi umana. Intanto in laboratorio si è visto come le cellule beta ricreate possano rivelarsi molto utili per comprendere perché a un certo punto non riescano a funzionare più come prima e perché gli anticorpi le attacchino.

La creazione di cellule beta potrebbe avere un impatto importante sulla scoperta di metodi o di farmaci che curino più efficacemente il diabete di tipo I, ma per chi soffre di diabete di tipo II? Questo tipo di diabete è legato all’eccesso di peso per cui rappresenta un vero e proprio problema di salute pubblica per questo bisognerebbe riuscire a fare qualcosa anche in questo caso, e forse un aiuto potrebbe arrivare da un batterio scoperto dai ricercatori dell’Università Cattolica di Lovanio. È stato scoperto che il batterio in questione riesce a cambiare l’utilizzo dello zucchero migliorando il livello di glicemia nel sangue: in pratica, se si riuscisse a somministrare tali batteri a quei pazienti affetti da diabete di tipo II, i ricercatori sperano di essere capaci di sostituire questo trattamento ai farmaci.